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mercoledì 7 marzo 2012

E se Borsellino non accettasse la sconfitta?


Un candidato favorito alla vigilia delle elezioni primarie a sindaco, raggiunto a sorpresa da uno degli altri candidati. E’ pareggio, la differenza di voti è quella di un paio di condomini. Il favorito accusa l’altro di brogli.
E’ la scena delle primarie 2011 per scegliere il candidato a sindaco di Napoli per il centro-sinistra. Ora la scena è identica a Palermo.
E se anche nel capoluogo siciliano spuntasse un altro candidato a sindaco dopo le primarie? A Napoli è successo con De Magistris.
Nel frattempo, sarebbe opportuno che in queste ore si dimettessero i vertici cittadini dei partiti che hanno sostenuto Borsellino.

venerdì 23 settembre 2011

martedì 20 settembre 2011

Perchè la Norvegia non ha "debito pubblico"?


1 - Non ha aderito all'euro. La moneta Norvegese è la Corona.

2 - Non ha privatizzato le aziende energetiche - petrolio (Statoil), energia idroelettrica (Statkraft), alluminio (Norsk Hydro), la principale banca del paese (DnB NOR), e le telecomunicazioni (Telenor).

3 - Circa il 30% di tutte le aziende quotate alla borsa di Oslo è statale.

4 - I titoli di stato rendono il 6,75% netto ai risparmiatori (clicca qui).

5 - Pur essendo il principale produttore di petrolio europeo, NON fa parte dell'OPEC. Per la cronaca, l'Italia è il secondo produttore europeo e in Basilicata è stato individuato il più grande giacimento d'Europa su terraferma.

Naturalmente, in Norvegia, non si sognano di parlare di privatizzazione dell'acqua o privatizzazione della raccolta di rifiuti, come fanno i nostri politici e NON hanno alcun debito pubblico, anzi! Hanno un avanzo di bilancio statale del 10%, mentre noi, che abbiamo privatizzato quasi tutto, abbiamo un debito pubblico pari al 115% del nostro PIL...

E' così difficile? Basta fare il contrario di quello che hanno fatto tutti i governi italiani...


santo

di: Lo sai


https://www.facebook.com/enrico.amabile/posts/126259640807192

Il no dello sposo sull'altare "Lei e il testimone sanno il perché"

Il plateale rifiuto nella basilica di Monopoli. Poi l'uomo invita i suoi parenti a festeggiare il ritorno al celibato

di PAOLO RUSSO Monopoli. Basilica Maria santissima della Madia. Primo sabato di settembre. Le famiglie bene della città sono radunate per assistere al matrimonio di due rampolli molto noti. Fiori, musica, tutto curato nei minimi dettagli. Tra lo sventolio dei ventagli e i flash fastidiosi dei fotografi, la cerimonia scivola via tranquilla fino al momento fatidico. "Vuoi tu, eccetera eccetera...". La sposa, bellissima nel suo abito bianco, dice "Sì" senza esitazioni. E' il momento dello sposo. Don Vincenzo rilegge la frase che in cinquant'anni di sacerdozio ha pronunciato un numero infinito di volte. Ma questa volta la risposta del futuro marito tarda ad arrivare. Ripete la domanda con più calma. Lo sposo risponde: "No".

La chiesa ammutolisce, la musica si ferma, anche il fotografo smette. Quelle due parole il rettore della Basilica non le aveva mai sentite pronunciare. Fingendo calma ha chiesto: "Figliolo, posso chiederti il motivo di questa drastica decisione?". E così l'uomo che stava per sposarsi ha infilato gli anelli in tasca e, rivolgendosi a parenti e amici ha detto soltanto: "Chiedetelo alla sposa e al suo testimone, il perché di questa scelta". I dettagli della tresca tra la mancata moglie e l'amico del cuore sono stati raccontati durante il ricevimento dimezzato. Lo sposo (per non perdere anche la caparra) ha invitato i suoi cari a festeggiare il "ritorno al celibato".   
(20 settembre 2011) 

ARTICOLO DI REPUBBLICA BARI 

lunedì 19 settembre 2011

In 54 per una terza scientifico: la classe pollaio fa lezione nell'androne

Foto di REPUBBLICA

Se non è record italiano siamo sicuramente nella top ten delle "classi pollaio". I 54 ritratti in questa foto di classe sono gli alunni della terza liceo scientifico Galilei di Modica (Ragusa). Da lunedì 19 fanno lezione nell'androne della scuola per motivi di sicurezza e per rispetto delle norme igienico-sanitarie, essendo prevsti secondo la legge 1,23 mq per alunno.


Cei, Bagnasco sotto assedio E c'è un caso sul referendum


Il cardinale Angelo Bagnasco sta rischiando una vera e propria contestazione. La linea del "silenzio" sul governo e su Silvio Berlusconi, infatti, sta diventando "incomprensible" per molti vescovi. Che ora hanno cominciato a far sentire la loro voce con i vertici della Cei. Non bastano più i richiami all'"eticamente corretto" sull'impegno morale dell'uomo nella vita pubblica e privata. Secondo la geografia dei rapporti interni alla Conferenza episcopale tracciata in un documento interno e assolutamente ufficioso,  il 40 % dei vescovi guarda con attenzione al centrosinistra. Un'altra quota consistente segue i movimenti dell'Udc di Pier Ferdinando Casini e il resto - una robusta minoranza - conserva la simpatia per il centrodestra con qualche segreta simpatia leghista al nord Italia. Molti di loro, però, temono che il silenzio della Cei risponda alla volontà di non "disturbare" il governo in cambio di leggi "non ostili".

La Conferenza sta valutando di affidare nelle prossime settimane la "presenza" dei cattolici italiani nel sociale ad un forum di associazioni laiche del tipo "reti in opera". Nulla è invece dato di sapere sul documento finale delle settimane sociali di Reggio Calabria dell'ottobre scorso, un vero e proprio documento programmatico per l'impegno dei laici in politica e nel sociale che a quanto pare la Cei ha abbandonato al suo destino nel timore proprio di non risultare "gradito dal governo". Non solo. Se i vescovi mantengono, al momento, un profilo "attendista", la situazione sembra più difficile in alcune parrocchie, dove molti parroci e gruppi giovanili criticano apertamente la chiesa italiana.

In particolare nelle parrocchie del centro nord, molti laici impegnati nel sociale, nella Caritas parrocchiale, commentano "con durezza" il silenzio ecclesiale e "criticano" con altrettanta durezza il governo Berlusconi e la manovra economica. Non a caso molte parrocchie hanno messo a disposizione le proprie strutture per la raccolta delle firme per il referendum elettorale. E la situazione non sembra migliore nel laicato cattolico organizzato a livello nazionale. Se la Cei sta alla finestra, il Vaticano, con il segretario di Stato Card. Tarcisio Bertone e il suo "referente politico per l'Italia", il vescovo Mario Toso, salesiano, segretario del pontificio consiglio Giustizia e Pace continuano ad interrogarsi sul futuro dei cattolici in politica, promuovendo convegni e riunendo sigle cattoliche come Acli, Mcl. Cisl, sant'Egidio ed altri per capire cosa fare. Un accordo non semplice da trovare, aggravato dal fatto che anche all'interno del laicato cattolico non tutti sono "disposti a tirare la carretta". Come la comunità di Sant'Egidio, ad esempio, che aspetta di essere investita tramite il suo capo, Andrea Riccardi, fondatore della comunità, da una sorta di investitura ecclesiale, mai arrivata nè dalla Cei nè dal Vaticano, per riorganizzare una proposta del laicato cattolico nell'attiuale situazione sociale e politica della crisi italiana ed europea.
(19 settembre 2011)

Articolo di REPUBBLICA